L'aveva capito a suo tempo la mia terribile professoressa di italiano.
La bravura altrui mi mette in soggezione.. parecchia soggezione.
La suddetta se n'era accorta quella volta in cui mi ero proposta volontaria (!) per una interrogazione e feci invece scena involontariamente muta.
Blocco totale. Tilt assoluto.
Causa M. ... brava... bravissima... di livello superiore...che fu sentita prima di me...
Che successe?
Credo che allora sentii come se fosse stato ormai detto tutto.
Che altro avrei potuto io aggiungere?
Così la prof mi consigliò, visto che era l'ultimo anno e mi aspettava la maturità, di non sentirla all'esame, quella compagna... e non è che fosse facile, visto che era appena prima di me nell'elenco delle interrogate agli orali, tanto che passai la mezz'oretta prima della mia personale esposizione perimetrando il corridoio, e quel che successe a lei mi fu poi raccontato.. ovvero che litigò con l'esaminatore e mancò per un solo punto il fatidico 60 (che allora era il massimo).
Quando toccò a me non feci faville ma portai comunque a casa il risultato.
Quel che mi apparteneva.
Che definiva in pieno il mio percorso scolastico di allora.
Oggi come allora ci son giorni in cui mi sembra non sia cambiato nulla, e non tanto in campo lavorativo, perchè lì, beh il discorso è talmente complesso e surreale che se uno non lo vive o non conosce uno che lo vive allora non ci crederebbe neppure.
Però nel campo del bricolage mi assale.
O forse non è tanto la bravura altrui che mi impantana, quanto la massa e la quantità con cui internet mi mette a contatto, e anche se mi rendo conto che la cosa è assurda qualche volta è come se ci fosse una partita: io contro il resto del mondo, ed è chiaro che in una partita così non si può altro che perdere.
Come ci fosse un meglio o un peggio.
Come se lo scopo non fosse quello di rasserenarmi psicologicamente e di svuotare la mente dalle preoccupazioni giornaliere.
Come dovessi sentirmi in colpa per il tempo che non dedico alla casa, chiaramente la mia per nulla tirata a lucido, o per i soldi che ci spendo, anche se praticamente sono i soli che spendo (videogiochi molto usati a parte).
E così passo dei periodi in cui contemplo sconsolata gli ufo e i materiali e le attrezzature che ho accumulato nel tempo, domandandomi se non sarò materiale per una delle prossime serie tv reality, magari dal titolo "sepolti in casa - bricolage", e contemplo la possibilità di procurarmi dei capienti sacchi della spazzatura e buttare via tutto... ogni singolo gomitolo, pezzettino o avanzo o scampolo di stoffa....
A peggiorare il tutto mamma, che recentemente ha voluto sbarazzarsi di alcuni tappeti (enormi) fatti all'uncinetto con filato sintetico, mai ma proprio mai usati, e che quindi stò riciclando disfandoli e rifacendoli in misure e usando i colori a me più congeniali.
Solo che sono talmente tanto materiale...
e l'ansia mi assale.. per non dire poi che questa settimana c'è Abilmente e sono più che mai combattuta.
Andare o non andare?
Perchè se si va è impossibile non comprare...
Ma poi.. mi serve davvero qualcosa?